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DA MONS BELLI A MONTEBELLO Identità del luogo
tra passato e presente.

Questo testo nasce dalla voglia di poter far conoscere a fondo l’identità di un luogo: Montebello della Battaglia, paese storico per eccellenza.

Il suo passato, la sua storia intrisa di racconti, battaglie, fatti d’armi e controversie che hanno caratterizzato quasi duemila anni di vita partendo dal lontano periodo dell’impero romano fino ai giorni nostri.

Monasteri, castelli, palazzi e ville costruiti sulle prime colline dell’Oltrepò pavese, personaggi, religiosi, conti, duchi, marchesi e famiglie che vi hanno vissuto e di cui si ha testimonianza certa.

Una lunga storia che si snoda in mezzo a generazioni e generazioni di personaggi che hanno fatto crescere e prosperare il piccolo villaggio ormai diventato paese.

Molte personalità hanno soggiornato in questo luogo e tante ne sono rimaste colpite, non avendo esso nulla da invidiare ai famosi luoghi di villeggiatura in cui erano soliti recarsi. Nessuna di loro conosceva questo posto, solo casi fortuiti ed intrecci della vita hanno fatto si che vi si recassero e che si perdessero nel suo paesaggio.

Molti dei luoghi che andremo a citare non furono solo testimoni passivi degli eventi, ma centri nevralgici della storia e basi su cui si sono erette le fondamenta dell’identità del paese: in essi si firmarono importanti accordi, si raccolsero i feriti delle battaglie, si unirono in matrimonio i componenti di grandi famiglie e furono impiegati come punti strategici e di difesa della popolazione durante le numerose guerre che, questo piccolo territorio, ha visto durante i secoli della sua storia.

Come una lunga pellicola cinematografica ogni secolo verrà rispolverato, documenti d’archivio chiusi da anni verranno riaperti e personaggi fatti rivivere; di alcuni non ci sarà più traccia, persi nei meandri del tempo, di altri verrà riportata a memoria la loro esistenza.

Ogni singolo angolo, ogni singola via del vecchio borgo racchiude un suo passato, invisibile al mondo moderno, ma vivo nella memoria di chi l’ha riportato alla luce.

Montebello non ha subito grandi cambiamenti nei secoli, come si può ravvisare da diversi dipinti e stampe, ma è cresciuto, silenzioso e invisibile, nella storia. Posando gli occhi sotto le arcate del vecchio chiostro di Palazzo Dal Pozzo non ci si immagina che proprio quelle stesse volte, secoli prima, hanno visto passeggiare il famoso condottiero Barbarossa; oppure entrando in una stanza di Villa Mazza non ci si ipotizza che due secoli prima fosse servita a Giuseppe Garibaldi per il suo ristoro, o camminando per i rigogliosi viali di Villa Veniali si possono ripercorrere gli stessi passi dello scrittore De Amicis.

Ogni angolo di questo piccolo borgo racchiude in se un passato glorioso che purtroppo nel tempo si sta andando perdendo, lasciato all’inesorabile scorrere del tempo ed all’incuria dell’uomo che è poco propenso a curarsi della sua origine. Il bisogno di conoscere il passato e riconquistarlo come pensiero critico è la principale testimonianza del contributo storico di un popolo alla civiltà e alla sua capacità creativa contemporanea.

Questo testo vuol dimostrare che nulla va mai dimenticato, nulla andrebbe mai distrutto o perso, perché l’arte non fa politica, sono due strade diverse, ma racconta le sensazioni, le esigenze e le problematiche di una cultura.

2017

PERCORSI D'OLTREPO
La via del sale e la via di Dante, storia e arte
da Voghera al Monte Lesima.

Le vie che attraversano l’ Appenino giungendo dal mar Ligure alla pianura Padana sono molteplici; fra queste una fra le più conosciute e che attualmente rivive una seconda giovinezza, grazie ai turisti che cercano nuovi luoghi da visitare fuori dal comune turismo di massa, è la “Via del Sale”.

Essa si snoda dagli Appenini liguri, piemontesi e lombardi fino ad arrivare al limitare della pianura dove, con abili collegamenti alle ben più famose strade, fra cui la via Emilia e la via Postumia, giunge al fiume Po dove prosegue in direzione di Pavia e Milano e da qui alle zone un tempo bisognose di sale del nord Italia.

Il nome di queste importanti vie di comunicazione e di scambio è legato ad un minerale, il sale, di grande valore nel passato; questo elemento infatti era indispensabile nell’alimentazione e nella conservazione dei cibi. Il sale non era facilmente reperibile nelle regioni settentrionali ed era l’unico strumento” a disposizione per stoccare, conservare e mantenere in buono stato molti cibi che altrimenti si sarebbero deperiti. Per questo a partire dal Medioevo fino al XV secolo la rete di percorsi e di sentieri dalla pianura al mare divenne tanto fitta ed importante. Non esisteva un’unica via del sale, perché tutti i popoli delle diverse regioni delle Terre Alte percorrevano i sentieri presenti sul loro territorio per raggiungere il mare e per recuperare i tanti prodotti utili alla sopravvivenza vendendo i propri elementi di scambio, rappresentati soprattutto da lana e da armi.

La via del sale “lombarda”, considerando nel particolare il territorio dell’Oltrepò Pavese, si addentra nella Valle Staffora all’altezza di Voghera raggiungendo agevolmente l’abitato di Varzi. Durante il percorso si toccano le località di Sant’ Alberto di Butrio e Oramala per poi proseguire con il passo del Brallo, Samboneto e il monte Lesima.

Queste terre costellate da antichi castelli e rocche, vecchi marchesati e contee, storie passate di matrimoni regali, battaglie e guerre, villaggi fortificati, inquisizione, terra di passi e pedaggi, monaci e poeti, è ancora poco conosciuta al resto d’Italia che la ricorda, poche volte, solo per l’eccellente vino prodotto sulle ben famose colline e anche per l’ancor più noto salame di Varzi, leccornia del luogo.

Una terra racchiusa fra il Po e l’Appennino, la punta estrema della Lombardia sud-occidentale, una terra florida e sopravvissuta a più di due millenni di storia, storia infausta per la pianura verso il quale erano diretti i viaggiatori fatta di scorribande di banditi e di epidemie.

L’ aria del mare che timidamente lambisce queste zone mitiga l’ambiente rendendolo un piccolo paradiso a se stante, piccoli paesi e borghi isolati si susseguono sulla via, ma non è la piccolezza del luogo in se da notare, è la grande storia che questi luoghi semi sconosciuti racchiudono, grandi tesori d’arte celati a molti. Luoghi remoti, alcune volte anche difficilmente raggiungibili come l’antico borgo di Rovaiolo vecchio, frazione del Comune di Brallo di Pregola, raggiungibile solo a piedi; paese fantasma disabitato dagli anni ‘60, completamente conservato racchiuso sulla vetta della montagna.